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Il vero superuomo: sblocca la volontà di potenza

Chi è il superuomo di cui si sente parlare?

“Diventa un superuomo, sblocca il tuo massimo potenziale, la migliore versione di te stesso.”

Un individuo cresciuto e potenziato su più livelli.

Sembra però già tramontato, prima ancora della sua nascita, un miraggio.

Il suo avvenire era stato augurato da vari autori dell’800, su tutti dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche.

Ognuno aveva dato la sua interpretazione sulla transizione da uomo a superuomo.

Prima ancora nella definizione stessa c’erano idee contrastanti.

Gabriele D’Annunzio per esempio ne parlava in termini diversi rispetto al tedesco, che invece prospettava l’Übermensch, ovvero l‘oltreuomo.

Era stato poi ripreso in modo distorto e strumentalizzato, e totalmente fuorviante da alcune dottrine politico-ideologiche, come il nazionalsocialismo tedesco del 900.

Come definireste oggi il superuomo?

Una persona atletica? Più intelligente? Saggia? Muscolosa? Virtuosa? Che pratica Biohacking? Che accede a terapie all’avanguardia per il ringiovanimento?

Scopriamolo subito.

Il Biohacking e la nuova figura del biohacker

Oggi è stato ripreso e riproposto in chiave più salutistica, da una corrente denominata Biohacking (hackeraggio della propria biologia, per l’upgrade).

Anche se per alcuni, come uno dei gruppi fondatori in Europa, Finlandia, il Biohacking Center, rimane a tutti gli effetti nella sfera filosofica e artistica.

Biohackerarsi di fatto è un arte, e mira alle più alte virtù umane secondo il loro pensiero, grazie ad alcune tecniche, strumenti, tecnologie, ma anche semplici pratiche.

In America biohacking e super-umanesimo sono diventati molto popolari.

Il padre del concetto moderno è lo statunitense Dave Asprey, con la sua Bulletproof Diet e protocolli vari per l’ottimizzazione della salute. L’imprenditore americano vuole arrivare a vivere infatti 180 anni.

L’altro milionario californiano, Bryan Jhonson, punta ad estendere la durata della vita con il suo progetto anti-aging Blueprint, arrivando a iniettarsi il sangue del figlio e ad altre misure estreme. Spende milioni di euro all’anno per trovare, sperimentare su sé stesso e usare terapie per la longevità.

Un ricercatore indipendente, che ha lavorato per la Nasa, Jo Zayner, pensa che la scienza debba essere alla portata di tutti, per le masse, e non di una ristretta élite di ricercatori universitari.

Per farlo vende kit di ingegneria genetica (tecnologia Crisp-Cas 9) e pratica esperimenti in casa. Tutti dovrebbero, secondo Zayner, nel proprio garage, fare esperimenti e favorire l’avanzamento del progresso scientifico, democratizzando il più possibile la scienza.

Non esiste dunque una definizione univoca di biohacking, superomismo e upgrade. Piuttosto troviamo mille sfaccettature a seconda delle persone, gruppi, paese e cultura.

In America si utilizzano interventi più ingenti e a volte invasivi, si prediligono gli aghi rispetto ad approcci più naturali.

Iniezioni di peptidi di vario genere, in base all’obiettivo che si vuole raggiungere, come per esempio il GHRH, precursore dell’ormone della crescita, per aumentare la massa muscolare, e così via.

Iniezioni di DNA modificato con l’ingegneria genetica, cellule staminali, e così via.

Questo approccio può avere ripercussioni importanti sulla salute, come nel caso della morte del ventottenne Aaron Traywick, che stava sperimentando un vaccino fai da te e altre terapie home-made.

Egli fu trovato morto in una vasca di deprivazione sensoriale di una spa.

La troppa sete di conoscenza e auto-sperimentazione può portare ad eventi infausti, come in questo caso.

Un altro esempio che può rientrare nel biohacking, mascherato dall’obiettivo di ritorno al primitivo, è stato quello dell’americano influencer Liver King, il nome commerciale di Brian Johnson, cultore del fitness e body building.

Egli dichiarava che il suo fisico era il frutto dei suoi allenamenti e ruotine ancestrali, e che tutti potessero raggiungere i suoi risultati con il ritorno alla natura.

Tuttavia venne smascherato da un coach esperto di doping, per l’uso massiccio di steroidi, GH e altri ormoni, spendendo più di 11 mila dollari al mese per le sostanze dopanti e mantenere la sua massa.

Il bodybuilding in sè rientra nel biohacking, mirato però esclusivamente al corpo, muscoli ed estetica.

In Europa l’approccio Biohacking è invece più cauto, come per alcune aree del Nord-Europa, in cui si considerano tecniche più naturali, volte a riscoprire il vero rapporto con la natura e sé stessi, migliorando la salute a tutti gli effetti.

Dai bagni freddi, ai piedi connessi al terreno, al forest bathing, esercizio fisico e dieta di precisione, all’integrazione e così via.

Anche “I 10 pilastri di salute” che ho scritto parlano di biohacking, che è proprio il decimo pilastro.

In Italia nel 2022 è stato organizzato il primo evento di biohacking, Il Biohacker’s World, e poi nel 2024 il Biohacking Forum da un altro gruppo di biohacker.

Sempre quest’anno è nata la prima clinica di Biohacking a San Marino, VIVI Biohacking Clinic.

Tecniche più cliniche usate nel nostro Paese variano dall’ozono-terapia, la GAET, bio-infusioni (IV Therapy), la Nano V, la terapia con luce rossa, la TMS, oltre ad un approccio di medicina e nutrizione di precisione.

Si insegnano e impiegano approcci di automonitoraggio per conoscere meglio la propria salute, e imparare a intervenire ove richiesto.

Anche alla clinica ove opero, Poliambulatorio Regenya, usiamo il test del capello S-drive per risalire a tutte le carenze profonde di antiossidanti, nutrienti, aminoacidi e tanto più di un individuo, per poi indicare il miglior percorso alimentare, di integrazione e salute.

Il Biohacking, espressione del super-umanesimo e volontà di miglioramento, è appena nato, ancor di più in Italia, ed è in forte crescita (basta considerare gli 800 milioni di hashtags nel 2024 con il termine #biohacking).

Non riflette altro che un movimento, in alcuni casi scientifico, in altri meno, di risposta ad una società di persone sedentarie, depresse, a tratti nevrotiche, senza ambizione, con poca motivazione e spinta alla vita.

Come in ogni nuovo cambiamento, ci sono aspetti positivi e negativi che vanno considerati.

Il superuomo: sblocca la volontà di potenza

Nel caso dei biohacker americani, che usano aghi e chimica per l’upgrade, lo definirei senza dubbio una volontà meschina di miglioramento, egoistica, narcisista, che nasconde una volontà di ambizione, potere e prevaricazione.

Non è altro che una sfumatura della società della prestazione che abbiamo già smascherato, e un esempio è il doping sportivo.

Nonostante possa sembrare una disciplina giovane e all’avanguardia, il biohacking affonda le radici proprio nell’800, quando Nietzsche, affinando il pensiero dei suoi maestri come Emerson, introduceva il concetto di oltre-uomo.

E ancor più lontano, possiamo dire che cercare, puntare ed ottenere il miglioramento è una tendenza insita nel genere umano, sin dagli albori.

E l’evoluzione, civilizzazione, agricoltura, allevamento, globalizzazione e progresso ci hanno portato dove siamo oggi, altrimenti saremmo rimasti nella giungla ancora a combattere per le nostre necessità naturali, come acqua, cibo, partner, insediamento etc.

Il superuomo Nietzschano tuttavia è molto lontano da quello ricreato e proposto dal biohacking americano e occidentale, in cui al primo posto viene la salute e l’ottimizzazione corporea.

Egli parlava di un uomo che, una volta superata la notizia terrificante della morte di Dio, non sprofonda nel nichilismo ed oblio (vedi ateismo vigente), ma trova le forze per raccogliere la volontà costruttiva e plasmatrice di fondare nuovi valori a sé cari.

Egli la chiama volontà di potenza, e parla dell’avvento di questa persona illuminata, il superuomo, nel saggio Così parlò Zarathustra.

Quindi il superomismo nietzschano incarna questi uomini rinnovati che si lasciano alle spalle la vecchia versione nichilista, e diventano tali su più livelli, non solo quello mentale e fisico, quanto a quello individuale, intellettuale, spirituale, sociale e di concezione del mondo, degli altri e della natura.

Questo uomo nuovo è rinnovato nello spirito, e rispetto al biohacker moderno non punta per forza all’ottimizzazione della salute e ricerca della longevità.

Alcuni approcci di biohacking, hanno fuorviato il concetto e la filosofia del superuomo ottocentesco, rendendolo proprio e trasformandolo nella medicina anti-aging e potenziativa.

Nella scienza e biologia sta sfociando nella rifinitura e utilizzo delle tecniche di editing genomico su piante, alimenti, animali e anche uomini.

Ha destato molto scalpore all’interno della comunità scientifica la modifica del geni a livello embrionale di tre gemelle cinesi, per renderle immuni all’HIV, le prime OGM umane sul pianeta. Oggi già bambine, rischiano molto di più di soffrire di vari tipi di tumori.

La volontà di potenza di cui parla Nietzsche in realtà non è quella di un eroe che scala mare e monti, un super atleta che accede a terapie mediche, iniezioni, peptidi e tecnologie avanzate, modificato nel DNA.

Questo nuovo avvento per il filosofo piuttosto auspica la fondazione di una società nuova, formata da superuomini, quella di cui ho parlato nell’ultima lettera agli iscritti: “La morte della società: dove sono tutti?”

In realtà è la potenza del cambiamento a livello di concezione della vita e di spirito, di ristrutturazione delle proprie abitudini, di un senso civico profondo e rinnovato, volto al bene comune e della società.

Se si aspira solo al super-atleta si può rischiare di venire risucchiati dalla società della prestazione.

Si tratta di una specializzazione incompleta, sbilanciata, a tratti pericolosa, non curando quello che invece è la mente, il ruolo dell’uomo, nonché il reale perché su questo pianeta.

E secondo l’autore tedesco non è più Dio o la Chiesa o altre istituzioni a dirlo e imporlo, e, proprio perché non c’è un senso dell’uomo sulla Terra, sta a lui crearlo con la sua volontà di potenza.

Questa volontà così plasmatrice di valori nuovi per sostituire i vecchi e obsoleti religiosi, è stata trasmutata nell’anti-aging, il biohacking e il transumanesimo, ovvero l’auspicata fusione di uomo-macchina.

Con la volontà di esibizionismo, esposizione, di essere visti e al centro dell’attenzione, di postare, in cui la narrazione è sostituita dallo storytelling, e la salute vera dall’ossessione per il benessere.

Anche il mio sito web parla di biohacking scientifico come uno dei metodi per la salute, ma ci tengo a sottolineare che non riguarda l’accezione così materialista e individualista appena descritta, in cui bisogna comprare l’ultimo device e gadget tecnologico per stare al passo dell’evoluzione.

Oltre a biologo e nutrizionista, mi interesso anche di bioetica, e quindi ogni tanto, come in questa lettera, approfondisco l’impatto di scienza, nutrizione e tecnologia su uomo e società.

In questo caso chiediamoci: dove può condurre il superuomo? E’ un uomo giusto? E’ per il bene comune o solo per la sete di eccellere? E’ questa la via che vogliamo intraprendere? E’ corretto ricercare la longevità e ottimizzazione con il biohacking?

Più volte ho scritto di quanto la visione assuma un ruolo anche più importante dell’azione, anzi a volte per un buon risultato siamo nell’ordine dell’80-20%.

Anche in questo caso, prima di buttarci a capofitto su un approccio che promette salute e benessere, valutiamo la direzione, visione, obiettivo comune e l’impatto che può generare sugli altri, l’ambiente e la società.

Inoltre possiamo sempre definire a priori il concetto di biohacking scientifico, funzionale ai reali bisogni umani, così come di superuomo.

Una volta adottato i criteri di definizione, obiettivi, e delimitato le aree di azioni e intervento, e quindi valutato le precauzioni da adottare, possiamo auspicarci veramente che la volontà di potenza descritta da Nietzsche si possa manifestare e palesare tra gli uomini, come plasmatrice di nuovi ideali, valori e felicità terrena.

Ancora una volta il cambiamento sarà positivo se passerà al vaglio di una buona comunicazione, visione, ed educazione tra le persone.

La trasformazione superumana: come fare

Ecco il superuomo e il biohacking secondo la mia visione.

L’empowerment individuale è corretto, e fa parte anche del mio obiettivo come professionista della salute.

Non intendo però solo il miglioramento fisico, che si può ottenere con nutrizione di precisione, integrazione, sonno, stile di vita, e tecniche di biohacking, ma anche mentale, sociale e spirituale.

Quindi se miglioro il corpo ma non la psiche e lo spirito, allora non è quello che serve davvero.

La specie umana è giusto che punti al miglioramento, ma quello fisico deve procedere con le altre sfere umane.

Se per esempio invece si punta all’ottimizzazione cognitiva tramite la stimolazione transcranica, l’uso di nootropici e integratori, una dieta chetogenica e così via, mescolando tecnologie e pratiche ancestrali, potrebbe non bastare.

Se non si è vigorosi dal punto di vista corporeo, non c’è tanta massa muscolare, si è sedentari e con carenza delle capacità fisiche, si sta lavorando al minimo delle proprie abilità.

Ecco che allora dovrò aggiungere attività fisica all’aria aperta.

Devo anche curare il mio ruolo, e quindi che lavoro faccio, che impatto ha per gli altri, il mondo e l’ambiente.

Essere in super forma, allenarsi costantemente e guadagnare bene non è detto che coincida con la via del superuomo.

Il lavoro in cui ci si impegna tutti i giorni, porta alla distruzione dell’ambiente? Allo sfruttamento di risorse umane, oltre che ambientali? Sono egoista e non mi interessa del mio senso civico? Tratto male le altre persone, provo rancore e senso di vendetta?

Oppure mi alleno tanto ma non leggo e non sono acculturato?

La trasformazione superumana deve essere olistica, su più livelli, generale e non specifica (ho scritto un articolo sul problema della specializzazione, nel lavoro come nella vita).

Ovviamente un passo alla volta, altrimenti rinunceremo.

L’uomo indaffarato, dai mille progetti, che non si ferma un attimo, può sembrare molto impegnato nella sua trasformazione positiva.

In realtà il superuomo è tutto fuorché questo individuo scellerato, ingabbiato dai dettami della società prestazionale.

Anzi questo individuo è l’ultimo uomo, e dovrà impegnarsi ancor di più degli altri per diventare oltreuomo.

Infatti lo stesso Nietzsche parla dell’importanza dell’avvento di uomo della contemplazione, non-azione, e non-prestazione, che sa fermarsi e riflettere, alternando otium e negotium, ovvero ozio e impegno.

[..] Voi male adoperate: la vostra assiduità non è che una fuga, una volontà di dimenticare voi stessi. Se avreste maggior fede nella vita vi prostituireste assai meno. Ma per attendere – anche in ozio!- vi manca il punto di appoggio interno.

Così parlò Zarathustra, Nietzsche.

Essere sempre operativi non è che una fuga per paura della morte.

Chi si ferma, coglie invece l’essenza della vita, e sa apprezzarla molto di più.

Nelle prossime lettere andremo più a fondo sulle tecniche di biohacking scientifico, non potendo approfondire tutti gli aspetti di salute, che abbiamo visto essere molteplici, variabili, dalle mille sfaccettature.

Accedi e sblocca la volontà di potenza. Plasmatrice, creatrice, visionaria di valori e ideali. Metti ordine nel caos, combatti l’entropia. Non cadere nell’oblio e nichilismo, ora è il momento di comandare. Forgia la tua esistenza, come un guerriero ottiene la sua vittoria. Il potere del superuomo è illimitato, non essere l’ultimo uomo.

Dott. Samuele Valentini